La dipendente si comporta male, cosa fare?

Gestire i propri collaboratori non è mai facile, richiede pazienza (tanta!), capacità di comunicazione e polso fermo. Ce la puoi fare anche tu.

Sono troppo buona, mi fregano sempre!

Quante volte ho sentito questa frase! La titolare sottomessa dalle proprie dipendenti, che si ritrova a dover sottostare ai loro malumori o alla loro inerzia a causa della propria incapacità di far rispettare le proprie direttive, una situazione assurda in cui i ruoli paradossalmente si invertono.

Troppo buona non significa sciocca. Il problema è che spesso, soprattutto chi viene da una gavetta pesante e attribuisce al lavoro e alle persone il giusto peso, tende a dare più del dovuto aspettandosi quantomeno un po’ di riconoscenza, che spesso non arriva. Come si dice? Fai del bene e scordalo fai del male e pensaci!

Devi tenere ben chiaro davanti a te una cosa: il lavoro è una merce di scambio. Tu compri il tempo e la manodopera di una persona in cambio di soldi.

Ovviamente più tempo ti dedica e più elevate sono le sue competenze più è giusto retribuire.

Ma è vero anche il contrario: una persona che lavora poco e male non può assolutamente pretendere di ricevere lo stipendio pari a quello di chi, al contrario, lavora molto, bene ed autonomamente.

Formare una persona costa, perché richiede tempo

…ed il tempo è denaro, sempre. Quindi spendilo nel modo migliore.

Se decidi di inserire una ragazza giovane da formare, innanzitutto devi fare molta attenzione in fase di selezione, assicurati che abbia le qualifiche che ti interessano, o che perlomeno voglia aumentare le proprie competenze facendo corsi di formazione, cerca di capire, per quanto possibile, se è la persona giusta per te.

Lo so, l’umiltà oggi scarseggia un po’ ovunque, ma ti garantisco che se è vero che c’è tanta pigrizia e incompetenza, ci sono anche tante persone che hanno voglia di crescere e non cercano altro che l’occasione per farlo.

Belle parole, ma non mi stanno a sentire

Ti sei chiesta perché?

Spesso vedo titolari che chiedono alle dipendenti di svolgere delle mansioni, per le quali, peraltro, sono pagate. Questo è l’errore numero uno.

Per quale motivo dovresti chiedere? Tu sei il capo e devi ordinarglielo.

Questo non significa assumere il ruolo di despota, ma se fin dall’inizio i ruoli non sono chiari, presto o tardi ti troverai a dover elemosinare l’approvazione delle tue dipendenti, e sarà praticamente impossibile tornare indietro.

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Le tratto come delle figlie e questo è il risultato!

Questo è l’errore numero due. Se hai già dei figli penso che tu non abbia bisogno di adottarne altri, e se non ne hai quando sarà il momento fanne di tuoi con la persona che ami!

C’è anche chi arriva a trasformare il rapporto titolare-dipendente in amicizia, la pizza il sabato sera, la condivisione della propria vita privata e della propria emotività.

Niente di più sbagliato.

Puoi essere la titolare più tollerante e gentile del mondo, ma i paletti vanno messi, e li devi TU mettere fin dal primo giorno, perché se vuoi che ti portino rispetto devi far sì che percepiscano la tua autorevolezza.

Diversamente rischi di trovarti nella situazione simile a quella del genitore amico, che poi non riesce più ad imporsi sui figli: devi entrare nel rango di colei/colui che gestisce (gestire significa condurre, amministrare) il Centro estetico in toto: collaboratrici, clienti e fornitori.

E se lei se ne va e mi lascia a piedi?

La porta è aperta, avanti un altro!

Questi ricattini subdoli lasciano il tempo che trovano, se così dovesse essere sappi che ti stai liberando di una marea di problemi che presto o tardi sarebbero emersi comunque. 

Quindi festeggia e comincia a cercare la sostituta.

Ma prima di arrivare a questo punto, devi chiederti se è davvero tutta colpa sua se il vostro rapporto non funziona.

E allora cosa faccio?

Lo vedremo nel prossimo articolo, seguimi e vedrai!

E tu cosa ne pensi? Hai qualche domanda specifica su questo o altri argomenti? Scrivi nei commenti qui sotto, sarà un piacere risponderti. Grazie!

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Immagine: wonderchannel.it/

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